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Manifesto per la salvaguardia della Memoria
5/05/2008 | Enrico Bisenzi e Claudio Parrini









Introduzione al problema.

Fin dagli anni '90 molte cronache, narrazioni, sperimentazioni artistiche e riflessioni politiche vengono riversate e diffuse su Internet piuttosto che sulla carta stampata.
Soprattutto quei settori che hanno meno mezzi economici ma anche meno affinità col supporto cartaceo e maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie della comunicazione si affidano al Web, agli archivi video e audio per raccontare il loro vissuto artistico e politico.

La contemporaneità culturale, artistica e politica che si può ritrovare quasi esclusivamente su Internet rischia un oblio irreversibile e la conseguente perdita di senso e identità.



Il problema dei supporti.

Il vinile ha lasciato il posto ai nastri magnetici, poi sono arrivate le cassette vhs, i floppy disk ed a seguire gli hard-disk, i cd-rom, dvd, blue ray eccetera.

Non ogni era, ma ogni effimero periodo della nostra contemporaneità vede affermarsi il predominio di un supporto digitale che dopo pochi anni lascia il posto (e le funzioni di comunicazione!) ad altri supporti che negli anni diventano inservibili a causa della loro veloce decadenza fisica ma anche a causa della scomparsa di lettori capaci di leggere vecchi supporti (un tempo analogici ed oramai esclusivamente digitali).



Il problema del formato (aperto) dei documenti da salvaguardare.

Documenti testuali ma anche audio e video vengono generati, riprodotti e trasmessi attraverso formati che negli anni diventano inservibili a causa dell'incapacità dei nuovi software di leggere i vecchi formati digitali. Il problema si aggrava se si fa riferimento a standard chiusi e proprietari dei documenti e non si usufruisce del movimento del software libero e dei formati aperti dei documenti.



Soluzioni tecniche, sociali e politiche.

Auspichiamo la nascita di laboratori sulla memoria digitale auto-organizzati dal basso capaci di sperimentare forme di archiviazione di ciò che viene narrato attualmente su Internet ma anche un investimento delle forze politiche ed istituzionali affinché il problema dell'oblio della cultura basata sul digitale diventi un'emergenza sociale.

Le istituzioni e le fondazioni culturali si devono far carico di questo emergente problema dell'oblio digitale della cultura prodotta dagli '90 in poi così come della necessità di rimettere in un circuito comunicativo (digitale) efficace quegli archivi cartacei che altrimenti sono destinati ad una funzione di mera conservazione del sapere (pur importante).

C'è un problema enorme da affrontare e su cui discutere di CONSERVAZIONE delle 'opere' digitali, ma al tempo stesso anche la necessità di riflettere sulla maniera migliore di effettuare una procedura di NARRAZIONE di queste opere nel sociale ed in alcuni casi vi è la necessità di RESTAURO delle medesime secondo standard liberi e aperti che consentano la loro riproduzione e fruizione nel tempo.



La narrazione come forma di sopravvivenza all'oblio della cultura digitale.

Non è possibile un'opera di conservazione senza un processo di narrazione ma soprattutto diventa fine a sé stessa la funzione di conservazione se non è accompagnata da un'opera di narrazione di ciò che è si è riusciti a conservare.

Bisogna immaginare momenti di narrazione di ciò che riusciamo a conservare della cultura digitale: eventi, mostre, spettacoli teatrali, incontri con le scuole, seminari nelle accademie e nell università devono riuscire a trasmettere ciò che di significativo si muove a livello culturale nella Rete e rischia di scomparire nell'arco di pochi anni.

È necessario creare supporti digitali basati su tecnologie libere ed aperte – veri e propri libri della memoria digitale – capaci di narrare storie, drammi ed idee sviluppatesi in precisi archi temporali od intorno a tematiche ben specifiche.



Non è assolutamente certo che ciò che stiamo producendo a livello culturale su Internet sia degno di interesse e di conservazione al fine di trasmetterlo alle generazioni future: è però altrettanto certo che l'intera cultura trasmessa attraverso il digitale è destinata all'oblio se non si innesca un meccanismo rivoluzionario di conservazione, riproducibilità e narrazione di ciò che si racconta in Internet in questi anni.



Enrico Bisenzi e Claudio Parrini del progetto Arte di Parte di Uno.net



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