Il progetto "Dalla città delle fabbriche alla città del lavoro" ha inizio nel mese di novembre 1997, all'interno del corso F.S.E. (Fondo Sociale Europeo) per "Animatori per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali" a cura della Cooperativa Lotta contro l'Emarginazione. Il progetto si fonda su un'indagine storico-culturale su Sesto San Giovanni, luogo storicamente connotato dalla presenza di fabbriche come Breda, Marelli e Falck, in cui la cultura operaia ha a lungo costituito il cemento culturale e ideologico e che si trova oggi, a causa della chiusura di queste fabbriche, a rifondare la sua identità. Questo intervento cerca di ricostruire la storia di Sesto attraversi immagini, documenti, testi, dislocati su pannelli calpestabili lungo tutta la stazione in modo da creare un percorso sia fisico che concettuale.


 

PASQUALE CAMPANELLA
SAMUELE LOVAGLIO
STEFANO NUVOLOSI
FRANCESCO ROSATI
MARIA TASSONE


"Dalla città delle fabbriche alla città del lavoro"

"Misura delle cose l'uomo può essere soltanto nel dialogo, nell'incontro di parole differenti, rese tali dal loro essere parole incarnate in corpi differenti, perchè differente è il tempo vissuto da ciascuno, differente lo spazio che ciascuno occupa e differente il suo punto di vista".
( A. Ponzio, Elogio all'infunzionale, critica dell'ideologia della produttività, Castelvecchi, Roma, 1997, pag. 24 )

Il progetto "dalla città delle fabbriche alla città del lavoro" ha inizio nel mese di novembre 1997, in un corso F.S.E. di "animatori per la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali" a cura della Cooperativa Lotta contro l'Emarginazione di Sesto San Giovanni, Milano.

Il progetto si fonda su un lavoro di indagine territoriale, quello di Sesto San Giovanni, teatro in questi ultimi anni di grandi trasformazioni sociali. Da una parte la chiusura delle grandi fabbriche e dall'altra la mancanza di un tesssuto politico hanno ridisegnato "l'identità sestese".
Tale indagine si polarizza sulla trasmissione di conoscenze storico-culturali che dalla "città delle fabbriche" ha portato alla "città del lavoro" e al paradigma di "sestesità", dove etica del lavoro e solidarietà fanno un mondo di valori che a S.S.G. ha trovato la propria esaltazione. La cultura operaia ha a lungo costituito il cemento culturale e ideologico della comunità sestese, il punto di identificazione. Questo trova eco nelle dichiarazioni di Gianfranco Borghini, dirigente nazionale del P.C.I., nel 1987 : " Sesto non può avere un'avvenire al di fuori dell'attività industriale; è un grosso centro industriale e tale deve restare".
Oggi, assistiamo a una rapida complessificazione dei processi che rende frammentario e difficile ricondurre le oscillazzioni sociali in un quadro organico e stabilizzante. Tutto ciò non ha lasciato immune il territorio di Sesto, che vede i propri sviluppi sociali e politici intersecarsi con le vicende di carattere nazionale.
In una S.S.G. che vive in questo momento un affievolimento d'interesse verso l'azione collettiva per rivolgersi a un processo parziale, al singolo fenomeno, percepito sempre più in un ottica individualistica e soggettiva. Crediamo che si avverta sempre di più la mancanza di un "progetto forte" che sappia leggere la complessità e la molteplicità dei fenomeni. In questo ci identifichiamo con una progettualità in itinere, in cui il coinvolgimento degli abitanti di S.S.G. sia come collettività che come individualità ha nella messa in comune di questi due aspetti una visione integrata che consente di vedere i diversi ambiti non separatamente ma nella loro interazione. Esperienza e produzione non sono aspetti contradditori ma condizioni e bisogni connessi che si intersecano in un fare progettuale.
La trasformazione che Sesto S. G. sta vivendo mette in gioco l'identità storica creando forti discontinuità con il passato, specificatamente con la "Stalingrado d'Italia" ovvero la città operaia e comunista che perpetuava il mito della "città crogiolo". Nella quale comunque da sempre si è convissuto con un terziario in incremento e fatto i conti con le cento culture e dialetti dei suoi abitanti. Diversità che emerge in modo forte oggi, la quale non sarebbe di per sè negativa se la si considera molteplicità di punti divista, differenza intesa come ricchezza di apporti e coinvolgimenti reali di più persone che partecipano e interagiscono in un'agire comune. Purtroppo l'attuale disomogeneità e il risultato di una discontinuità e frammentazione in cui aspetti sociali e culturali sono vissuti come collage, una continuità di iniziative si susseguono indifferenziatamente senza possedere nessun treno progettuale che le accomuni. Il processo di "delocalizzazione" in atto a S.S.G. nella produzione culturale, appare sempre più problematico poichè il territorio è investito da processi culturali esogeni che ne dissolvono le residue specificità. Questo crea uno scollamento reale tra coloro che si propongono in varie iniziative e coloro che sono i fruitori, si crea un circolo vizioso dove io faccio per gli altri ma in realtà li escludo continuamente, poichè non li rendo partecipi di questo mio fare sviluppando azioni in cui la collettività cambia obiettivi ed esiti di un progetto precedentemente stabilito.
Bisogna recuperare i modi in cui le persone si rapportano alle organizzazioni economiche e politiche con cui entrano in relazione per esprimere la loro eventuale insoddisfazione, dando "voce" ai propri bisogni. Questo implica un atteggiamento partecipativo, che è a sua volta espressione non strumentale e che si concretizza in azioni che sono investimenti nell'identità individuale e di gruppo. "Il sistema politico sestese, anche nella sua funzione amministrativa, si è certamente alimentato di questa sorta di 'presa diretta' con la volontà collettiva della città, garantita da una pluralità di canali di comunicazione. I punti di massima affermazione di questo sistema sociale imperniato sulla circolazione organizzata della 'voce' sono stati probabilmente i grandi conflitti operai che hanno visto operante il motivo dell'identità sestese" (Berti-Donegà).

Finalità del progetto è quello di far conoscere S.S.G. con le sue implicazioni socio-politiche a diverse utenze e nello specifico si intende contribuire al dibattito in atto tra le amministrazioni locali.
L'intervento sarà localizzato nell'area di ingresso della metropolitana F.S. I Maggio e installato a pavimento; per determinare un percorso in cui invitare la gente al bighellonaggio e alla sosta. Questo per porre in relazione i cittadini di questo territorio ad una comunicazione "diversificata e partecipata" alle problematiche sestesi.
Percorso di riflessione e continuo transfert tra linguaggio delle immagini (scritto-grafiche) e individuo; officina di lavoro teorico e stimolo per una conoscenza dei cambiamenti di questo territorio. Saranno lasciati degli spazi ad uso dei fruitori per una raccolta di testimonianze e opinioni. Si intende inoltre invitare le scuole e le associazioni culturali di S.S.G. a incontrarsi in questo luogo per sperimentare insieme pratiche espressive e confronti culturali.