DOCVA Documentation Center for Visual Arts
Milano
via Procaccini, 4 (Fabbrica del Vapore)
02 66804473, 02 3315800
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Public Art a Trieste e dintorni
dal 17/3/2009 al 17/3/2009
ore 18.15

Segnalato da

DOCVA



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17/3/2009

Public Art a Trieste e dintorni

DOCVA Documentation Center for Visual Arts, Milano

Presentazione del volume, a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo, che documenta un'articolata operazione svoltasi nel capoluogo giuliano tra il 2007 e il 2008, per la promozione dell'Associazione culturale triestina Gruppo 78 I.C.A. Presentano il libro insieme alle autrici, Lucia Farinati, Osservatorio in Opera, Alessandra Pioselli e Bert Theis.


comunicato stampa

a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo

Public Art a Trieste e dintorni documenta un’articolata operazione svoltasi nel capoluogo giuliano tra il 2007 e il 2008 a cura di Maria Campitelli con la collaborazione di Elisa Vladilo, per la promozione dell’Associazione culturale triestina Gruppo 78 I.C.A.

La pubblicazione risponde alla volontà di informare su un argomento mobile e sfuggente, aperto e in progress, non tanto con l’intento di definirlo in modo apodittico, quanto di coglierne l’essenza fondante nel suo farsi. È l’arte che cresce fuori dai suoi spazi deputati, dal white cube della galleria e dal sistema mercantile esaltato dalle fiere d’arte. È l’arte che va incontro alla gente negli spazi pubblici – dove il termine “pubblico” conosce svariate declinazioni – che s’identifica nella quotidianità e nelle problematiche della vita di ogni giorno. È l’arte che pone alla base la relazione del sé con l’altro e compartecipa, in prospettive interdisciplinari, ad un miglioramento sostenibile dell’habitat e della qualità della vita.

Il progetto Public Art a Trieste e dintorni ha compiuto questa esplorazione con vari strumenti, oltre al testo: “Manifesti d’artista”, vetrina d’arte aperta sulla strada; una mostra documentativa internazionale disposta in tre locations; eventi site-specifics di arte relazionale nel territorio urbano e suburbano; workshop e un convegno internazionale.

Presentazione del libro con le autrici, Lucia Farinati, Osservatorio in Opera, Alessandra Pioselli e Bert Theis

mercoledì 18 marzo 2009 ore 18.30

DOCVA, Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano
ingresso libero

PROGETTO "PUBLIC ART A TRIESTE E DINTORNI" ON TOUR

Il libro "public Art a Trieste e dintorni" edito dalla Silvana si sposta. Viaggia in Italia da una città all'altra e anche all'estero. Ossia viene presentato da Maria Campitelli assieme ad Elisa Vladilo in diversi contesti e con diverse partecipazioni, per divulgare un prodotto che raccoglie svariate esperienze di Public Art svoltesi nel capoluogo giuliano tra il 2007 e il 2008. Ma non è solo un catalogo che documenta gli eventi, è un libro dal profilo più ambizioso che spazia con svariati contributi critici, e con gli atti dell'annesso convegno internazionale, tra le varie declinazioni del concetto di "pubblico" e delle sue attuazioni, divenendo una sorta di manuale dell'arte pubblica, e colmando così in qualche modo un vuoto editoriale tra le pubblicazioni di questo settore in Italia.
E' dunque la testimonianza di una serie diversificata di eventi – attuati per la promozione dell'associazione culturale triestina GRUPPO 78 - dai "manifesti d'artista", affissi lungo la strada, alle mostre documentative internazionali, dai "site specifics" nei gangli strategici della città (e in località minori), agli workshop di arte relazionale nei quartieri periferici, ad un convegno internazionale con la partecipazione di oltre venti relatori, tra curatori, artisti, architetti, pubblici amministratori, per conoscere le diverse anime della Public Art. Tutto questo in un momento in cui si è manifestato un grande interesse, in Italia, per questo filone dell'arte contemporanea, tanto da far parlare di "moda", per la ricchezza di eventi e soprattutto di incontri e simposi con relativi dibattiti, ricerche, di tesi di laurea. Forse per sopperire al ritardo d'intervento in questo settore, da parte delle pubbliche Istituzioni a fronte della sistematica organizzazione nei paesi anglosassoni, ormai da decenni, Gran Bretagna in testa. Pur con tutti i limiti, gli errori, la tendenza alla gentrificazione, rilevati in particolare da Alberto Duman e Lucia Farinati. Divario, tra Nord e Sud Europa, che si è evidenziato anche attraverso la mostra documentativa.
In realtà abbiamo voluto soprattutto dare un'informazione a vasto raggio, senza pretendere definizioni apodittiche, anche perché la Public Art è in continua trasformazione.
E' certo l'arte che esce dallo spazio asettico del white cube della galleria o del museo, per andare incontro alla gente, in un processo di democratizzazione. E' l'arte che anela all'apertura, alla libertà, che si appropria di nuovi spazi, della natura innanzi tutto, come'è accaduto a partire dalla Land e dalla Earth-art alla fine degli anni '60 in America e in Inghilterra, con Robert Smithson, Michael Haizer, Richard Long.
E' contrassegnata dunque dalla volontà di configurare espressioni artistiche al di fuori dei recinti consacrati, e dall'impulso di rapportarsi all'altro in un più sostanziale coinvolgimento. Interessante in questo senso il saggio di Cesare Pietroiusti che definisce l'artista come "agente di spostamenti" tra ordine per lo più istituzionale e anarchia e nomadismo, ipotizzando diverse strategie di lavoro per inglobare l'"altro" nel sé, dato che "la compresenza (dei due poli, il sé e l'altro) è reciprocamente necessaria ".
All'inizio per "arte pubblica" si intendeva soprattutto un'arte realizzata in spazi pubblici, quali - in relazione al territorio urbano - strade, piazze, luoghi frequentati da comunità. Il termine che più si è diffuso, nell'evolversi della public art, è quello di site specific, intendendo un intervento ideato appositamente e specificatamente per un determinato luogo, preventivamente analizzato, col quale l'intervento artistico entra in simbiosi. "Skulptur Project" a Muenster, guidato dai suoi padri ispiratori Kaspar Konig e Klaus Bussmann, è il progetto più significativo ed esaustivo in questo senso che abbiamo proposto, con la collaborazione di Mario Gorni di Careof, nelle due edizioni del 2007 e del 1997, nell'ambito della mostra documentativa.
Nel corso degli anni '90 c'è stato uno spostamento importante nel concetto di "pubblico" , passando, da quello di spazio fisico a quello di audience, attraverso la proposizione del New genre Public Art di Susanne Lacy, negli Stati Uniti. Il pubblico cioè, da semplice spettatore diviene partecipe dell'atto artistico, protagonista assieme all'artista. In Italia questo genere è sfociato nella cosidetta "arte relazionale", colorandosi di aspetti interpersonali – il coinvolgimento dell'"altro da sé"- o in interventi di natura sociale in ambiti di criticità, specie in aree urbane periferiche. Nel primo caso abbiamo ricordato (nelle mostre e nel convegno) la realtà di "Oreste" con la presenza di artisti che vi hanno fatto parte come Emilio Fantin, Giancarlo Norese, Annalisa Cattani, realtà confluita nella Biennale del '99; mentre nel secondo caso abbiamo portato attraverso un video la realtà molto nota di "Corviale" l'edificio nella periferia romana lungo un kilometro, su cui ci hanno lavorato gli Stalker.
Su questa traccia abbiamo concretamente realizzato, in collaborazione con la facoltà di architettura dell'Università di Trieste, gli workshop con il coinvolgimento degli studenti delle scuole medie del quartiere e della popolazione, più o meno disponibile al dialogo.
Cioè Public Art a Trieste e dintorni ha tentato di rendere, con la manifestazioni più diverse, la complessità del fenomeno "public Art", la varietà del senso di "pubblico", che allargandosi ad una più sfumata ed indefinita "sfera pubblica" può comprendere anche spetti discorsivi (discutere in un'arena pubblica di particolari avvenimenti come ad es. l'erezione e poi la distruzione di un'opera d'arte, v. il caso di House di Rachael Whiteread). Oggi in particolare, artisti come Emilio Fantin s'interrogano sul significato di "pubblico", proponendo di ripartire, per una ridefinizione non solo dell'artista ma anche dell'uomo, dall'interiorità più profonda e da spazi invisibili, cercando di avvicinarsi al "pubblico" nella forma di comunicazione più privata possibile".
In linea di massima l'arte pubblica, nelle sue versioni più socializzate aspira al cambiamento, al miglioramento della qualità della vita e dell'ambiente in cui viviamo, o, in altri casi, alla conservazione di tradizioni storiche e popolari, minacciate dalla speculazione edilizia. (v. l'esempio ben vivo e in perenne metamorfosi del quartiere Isola Garibaldi a Milano, su cui insistono molti artisti, innanzi tutto Bert Theis con OUT = office urban transformation). Cioè le urgenze socio/politiche di un momento storico caotico e in grande difficoltà non possono non incidere sulle azioni artistiche e culturali, determinandone la fisionomia.

Maria Campitelli


Calendario delle presentazioni:

30 gennaio 2009: Stazione Rogers, Trieste, presentano Maria Campitelli, Elisa Vladilo con la partecipazione di Borut Vogelnik (del Gruppo Irwin)

18 marzo: C/O Careof, Milano, presentano : Maria Campitelli, Elisa Vladilo con la partecipazione di Alessandra Pioselli, Lucia Farinati, Bert Theis

23 marzo: Galleria Comunale d'arte contemporanea, Monfalcone : presentano : Maria Campitelli ed Elisa Vladilo

20 aprile: GAMUD, Galleria d'Arte Moderna di Udine, presentano Maria Campitelli, Elisa Vladilo, con la partecipazione di Massimo Premuda

28 aprile: DAMS, Bologna, incontro con gli studenti della prof. Alessandra Borgogelli e della dr. Silvia Grandi, frequentanti il corso di laurea specialistica: presenta Maria Campitelli

29 aprile: GAP Giovani per L'Arte Pubblica, Palazzo di Re Enzo, Voltone del Podestà, Bologna, nell'ambito del progetto "Appuntamenti di Arte Pubblica" a cura di Gino Gianuizzi in collaborazione con il Comune di Bologna; presentano Maria Campitelli, Elisa Vladilo con la partecipazione di Emillio Fantin e Annalisa Cattani.
Mostra documentativa Internazionale di Public Art promossa dall'Associazione culturale Gruppo 78 di Trieste, a cura di Maria Campitelli con la collaborazione di Elisa Vladilo, alla Galleria Neon-campobase di Gino Gianuizzi, Bologna

4 maggio: Biblioteca Statale Isontina, Gorizia, presentano Maria Campitelli ed Elisa Vladilo, con la partecipazione di Alessandro Fogar.

28 maggio: Villa Croce, Genova, con la partecipazione dell'Accademia Ligustica di Belle Arti; presentano Maria Campitelli ed Elisa Vladilo.

29 maggio: Art in Town, Torino, presentano Maria Campitelli ed Elisa Vladilo.
Nel medesimo spazio: mostra documentativa internazionale, in sintesi (alcuni video e foto), promossa a Trieste dal Gruppo78.

29 giugno: Galleria Skuc, Lubiana (SLO), presentano Maria Campitelli ed Elisa Vladilo

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