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Buonasera. Non potrei fare questa conferenza molto bene in italiano, non conosco molto la vostra lingua, ma io sono stata qui in Italia la prima volta 20 anni fa, sono venuta con un treno, secondo classe, da Belgrado a Milano, ma questa è la prima volta da 20 anni che sto qui a Milano. (N.d.R. in italiano nella conferenza). Così, questo è tutto ciò che posso dire in italiano. Cercherò di parlare in inglese semplicemente ed abbiamo un traduttore.
Quando sono stata invitata a fare questa conferenza sul mio lavoro, ho deciso di non mostrare solo il mio lavoro. Dopo aver lavorato 25 anni, come ho fatto, trovo estremamente noioso parlare solo del mio lavoro, ancora e ancora e ancora. Trovo molto interessante che gli artisti mostrino soltanto le cose che gli piacciono. Qualche volta in questo modo si può capire molto più dell'artista che se lui avesse mostrato soltanto il proprio lavoro.
In tutti questi anni di lavoro il mio principale interesse è sempre stato concentrato sul corpo umano. E durante questo periodo ho raccolto molti video differenti, non solo di performance, ma anche di teatro, danza, film e musica - tutta gente che lavora sul corpo. Questo è quello che mi piacerebbe condividere con voi stasera. Non penso che vi annoierà perché negli anni Settanta, come sapete, gli artisti che hanno usato la performance ne hanno fatto di lunghe e noiose che duravano molte e molte ore. Ma ora siamo nel tempo di MTV, così faccio montaggi di questi nastri di 30 secondi, uno minuto, due minuti. Cinque minuti sono già molto lunghi.
Per prima cosa, vorrei che la gente che sta in piedi potesse mettersi a sedere. Forse i più giovani possono sedersi per terra qui di fronte a me, perché è veramente molto più rilassante vedere dei video da seduti. Giusto? (parte del pubblico si muove e si va a sedere davanti). Bene, questi sono condizioni molto migliori.
Okay, lasciatemi cominciare con una piccola storia.
Alcuni anni fa sono andata a Ladakh in India. Una delle ragioni principali che mi ha spinto ad andare a Ladakh era vedere la danza del Lama. Questa è una danza rituale dove i ballerini indossano maschere di animali e ballano per una settimana, tutti i giorni, dal sorgere del sole fino al tramonto. Continuamente. Bisogna possedere una condizione mentale e fisica estremamente forte per fare questo. Ho sentito che ci sarebbe stata una danza del Lama in un piccolo convento, e sono andata dieci giorni prima per vedere la preparazione. Quando sono arrivata là ho trovato otto monaci. Uno era molto piccolo con un pancia molto grossa. Altri erano di mezza età, magri, alcuni erano più giovani, ma tutti loro erano in cattive condizioni fisiche. Facevano delle prove a una velocità estremamente lenta - tre passi qui, un passo là, un pezzo di tamburo - ma la maggior parte del tempo lo passavano mangiando.
Quando il giorno della danza del Lama è arrivato, più di 3000 persone, da tutto il Ladakh, e anche da fuori, arrivarono per vederlo. Non potevo credere assolutamente che questo tipo di persone potesse fare alcun tipo di danza. Tutti ci siamo svegliati molto presto la mattina, ci siamo seduti in cerchio, attendendo l'alba - che è il momento in cui la danza del Lama comincia. I suonatori di tamburo erano pronti, il suono cominciò, i ballerini vennero fuori, e quel piccolo monaco grasso stava in piedi completamente immobile nel centro del cerchio. A quel punto il sole sorse. In quel momento il piccolo monaco grasso saltò da terra, saltò un metro nell'aria e fece tre salti mortali, ritornando giù a terra senza cambiare la velocità della sua respirazione. E il resto dei monaci cominciò a ballare tutta la settimana dall'alba al tramonto, con le più incredibili prestazioni fisiche.
Questa storia spiega moltissimo cosa sia una performance, cosa succeda quando un performer si addentra in una costruzione mentale e fisica che ha realizzato da sé di fronte al suo pubblico.
Come il piccolo monaco grasso, una volta che indossa sulla sua faccia la maschera da capra non è più quel piccolo monaco grasso, è il dio che rappresenta. C'è questo momento importante quando davvero si passa dal proprio sé usuale ad uno stato superiore del sé. E questo è il momento in cui l'energia del pubblico gioca un ruolo estremamente importante. Questo è il momento in cui davvero si entra in un dialogo di energie con il pubblico.
Ora vorrei cominciare a mostrarvi alcuni materiali video. Mi piacerebbe cominciare con una dichiarazione molto corta e molto ironica sul ruolo dell'artista fatta da Gilbert & George. Perché ci sono molte idee su cosa si suppone debba essere l'arte e gli artisti. Vediamo quello che Gilbert & George avevano da dire?
(Fig. 1 - Video da Gilbert & George. Estratto dal testo: "Io sono affascinato dalla stoffa, dalla ricchezza del mondo? Bellezza è la mia arte. Credo all'arte, la bellezza e la vita dell'artista, l'artista come una persona eccentrica. Io sostengo i valori tradizionali?")
Okay. Queste diverse dichiarazioni come "la bellezza è la mia arte" non è l'unico punto di vista degli artisti. Penso che l'arte debba disturbare. E l'arte deve realmente mostrare la nuova strada di come la società dovrebbe pensare. E, come sapete, ogni artista è differente, come Beuys che pensava che gli artisti dovessero essere sciamani, e Malevich che pensava che gli artisti dovessero essere la fase nuova, e Mondrian che pensava che gli artisti dovessero presentare una "vera" realtà. E Yves Klein che pensava che i suoi dipinti fossero solo la cenere della sua arte, credeva nel processo, come lo credo anch'io. Perché penso che nella performance il processo sia la cosa più importante, perché alla fine, quando è finita, si va a casa soltanto con un ricordo.
È interessante come il corpo dell'artista può essere una metafora e può simbolizzare molte cose diverse. Voglio dedicare la prima parte della mia conferenza di stasera alla "testa" dell'artista. Così, per favore andiamo avanti con il secondo nastro.
La testa dell'artista ha giocato un ruolo importante per un periodo molto molto lungo, a partiredai primi anni Cinquanta. Così una delle prime cose che vi mostrerò è il lavoro di una giovane artista spagnola, lei ha appena messo la testa in un oggetto, come una natura morta, uno still life? un lavoro di Picasso. Questa, in verità, fa parte di una installazione, il monitor è sul pavimento con la testa-natura morta nello spazio. Fig. 2
Il prossimo video è davvero un pezzo storico. È Vito Acconci, che ha lavorato molto in Italia, e che probabilmente molti di voi conoscono. Vito Acconci è stato uno dei primi artisti nei primi anni Settanta che ha chiamato Body Art la Body Art. Ha fatto alcune performance per il pubblico, ma i suoi lavori più importanti appartengono alla serie chiamata "Home Movies", dove il pubblico in realtà è assente, ma lui lavora con il video, pensando al pubblico. Uno dei pezzi più classici di questa serie che mi piace è chiamato "The Cowboy". Molto semplicemente racconta una storia del cowboy, usando solo la sua testa.
(Fig. 3/4 - Nel video è inquadrata la testa di Acconci e l'artista racconta la storia del cowboy con una voce come se fosse in trance, le sue mani più o meno mimano le azioni del cowboy sul suo cavallo, in uno scontro a fuoco, con delle donne, muovendole sulla sua faccia come se fosse un panorama. Estratto da testo: "Mi fermerei per un po', fermo là in quella città, dove c'erano cose che potevo fare, ma ho conosciuto me stesso, ho conosciuto un pistolero che non poteva riposare". Il dito di Acconci "cammina" sopra la sua faccia, si schiaffeggia e pizzica la pelle delle sue guance, ecc.).
Il pezzo successivo è più recente. Quello era un pezzo degli anni Settanta ma il prossimo è degli anni Ottanta. Questo pezzo proviene da un background molto diverso. Questo è il Keersmaekers, un gruppo di danza belga. Hanno alle spalle una tradizione di danza, e il pezzo è chiamato "Monolog", ed è realizzato solo con la testa.
(Fig. 5/6 - Nel video: la testa di una ragazza riempie la cornice. Comincia a parlare in modo arrabbiato, muovendo la testa a scatti. La sua rabbia cresce, i suoi movimenti divengono più frenetici, più repentini e arrabbiati. Alla fine, la sua voce è eliminata, e si sovrappone una musica classica drammatica, mentre la si vede strillare, muovere la testa avanti e indietro in modo sempre più agitato ma facendola vedere al rallentatore).
Dovremmo sapere che in tutti questi casi la testa dell'artista è allo stesso tempo il soggetto e l'oggetto.
Molte volte vediamo idee simili provenire, allo stesso tempo, da artisti diversi, chiamiamolo "spirito del tempo", come nei prossimi due video. Uno è di Rebecca Horn, ed il secondo è mio, ed entrambi lavorano sull'idea del serpente, il serpente mitologico. Soltanto che nel pezzo della Horn i serpenti sono forbici, i serpenti sono rappresentati sotto forma di forbici, e l'attore racconta la storia dell'amore e della vita di due serpenti. Nel mio caso, i serpenti sono veri. Li guardiamo.
(Fig. 7 - Nel video di Rebecca Horn si vede l'artista giovane che taglia i suoi capelli via in modo meccanico, con due paia di forbici, mentre un uomo accanto a lei narra in un modo molto circostanziato questa storia dei due serpenti. Il testo è in tedesco).
Ora, il prossimo è la performance "Dragon Head" (Testa del Dragone) dove avevo cinque serpenti sul mio corpo, soprattutto pitoni e boa costrittori. In questo video potrete vedere solo un serpente, che pesava 25 chili. La durata di questo pezzo era di circa un'ora, e il pavimento dello spazio era coperto di blocchi di ghiaccio, in modo che il calore del corpo potesse tenere i serpenti addosso a me e proteggere il pubblico, perché i serpenti non sarebbero andati sul ghiaccio.
(Fig. 8 - Nel video si vede un serpente molto grande avvolto intorno alla testa di Marina Abramovic. Si muove, scivola, sulla sua faccia. La sua coda si insinua nel cavo tra occhio e naso della Abramovic. Marina rimane immobile).
I prossimi tre pezzi sono di artisti molto giovani, perché è interessante vedere come questa nuova generazione lavora con le proprie teste. Il primo è di un'artista svizzera, Pascalle Grau; lavora con l'idea di alimentazione violenta, come quando si ottiene il cibo attraverso la violenza.
(Fig. 9 - Nel video la giovane schiaccia il suo pugno nella propria bocca, la sua testa gira in tondo sullo schermo e la sua mano è quasi completamente dentro la sua bocca. Questo continua fino a che non raggiunge il punto che non può più stare con la sua mano in bocca. In un certo modo la testa è diventata una specie di installazione scultorea nello spazio.)
I prossimi due sono di artisti ancora più giovani, circa 22, 23, 24 anni. La prima è Iris Selke, è una tedesca - anzi entrambi sono tedeschi.
(Nel video una donna rimane fissa a guardare il suo viso riflesso in un specchio, fino a che non ci si getta contro rompendolo con la testa).
Il secondo è di Frank Werner. Questo pezzo è stato realizzato con una super-8, che rimane fissa, e in cui lui cercava di stare sempre di fronte con il suo corpo limitandosi a fare delle piroette.
(Fig. 10 - Tutto ciò che si vede nel video è la sua testa che gira e gira, di quando in quando scompare, e sappiamo che è caduto).
Poi abbiamo tre altri pezzi che hanno come soggetto la testa e con questi finiamo questa sezione.
Mi piacerebbe mostrarvi uno dei miei pezzi nuovi, l'ho realizzato circa due anni fa. Si chiama "The Onion" (la cipolla). Sono molto orgogliosa del titolo, è così domestico. La storia è molto semplice: mangio la cipolla più grande che ho trovato e mi lamento della mia vita. Naturalmente la cipolla ha una sua propria simbolicità: è fatta di strati, come la vita. Vi mostrerò l'inizio del nastro, poi avanzerò velocemente per farvi vedere la fine, perché mangiare questa cipolla mi ha richiesto otto minuti ed è troppo lungo per questa conferenza. Considero questo come un lavoro religioso: alzo lo sguardo e il cielo è blu.
(Fig. 11/12 - Nel video vediamo la testa della Abramovic sullo sfondo del cielo blu. Tiene di fronte a sé una grande cipolla cruda e senza sbucciarla comincia a morderla. Lei comincia a dire: "Sono stanca di cambiare aerei così spesso, aspettare in aeroporti, nelle stazioni dei treni, nelle stazioni degli autobus, sono stanca di aspettare in eterno per il controllo del passaporto?").
Nelle performance c'è un processo, c'è sempre un inizio, una parte di mezzo e una fine, così dobbiamo correre attraverso questo video. E così via.
("Mi sono stancata di dover prendere sempre di più decisioni sulla mia carriera, delle inaugurazioni nei musei e nelle gallerie, in piedi con un bicchiere di acqua semplice, fingendo di essere interessata alla conversazione. Mi sono profondamente stancata dei miei attacchi di emicrania?" Alla fine del video, quando la cipolla è quasi finita, i suoi occhi sono pieni di lacrime che le escono anche dal naso. E questo a causa della cipolla).
Il prossimo video è stato fatto da una giovane artista britannica. Ha fatto uno spettacolo in una discoteca, perché le discoteche in Inghilterra sono ora i luoghi per le performance, così come le gallerie e i musei lo erano negli anni Settanta. Lei bacia il suo partner mentre molto violentemente due microfoni nelle loro bocche vanno avanti e indietro. Il video si chiama "Kiss" (bacio).
(Fig. 13 - Hayley Newman, "Kiss", 1994: una coppia giovane esterna la propria passionalità, in modo quasi violento, vicino le ringhiere sul balcone in una discoteca. I microfoni emettono un rumore forte, caotico, secco).
Okay. Mi piacerebbe finire la sezione dedicata alla testa come l'ho cominciata, con un piccolo pezzo della testa di Gilbert & George. Spero che sappiate che questi artisti si sono autodichiarati delle sculture viventi, così non si tratta soltanto di una performance ma allo stesso tempo di un pezzo di scultura vivente.
(Fig. 14/15 - Gilbert & George si fronteggiano. Uno tira fuori la sua lingua e l'altro apre al massimo la sua bocca e grida fino a che non gli finisce il fiato. Dopodiché si scambiano di ruolo. Questo continua, alternandosi avanti e indietro, all'infinito).
Ora ci occupiamo di un'altra parte del corpo. Penso che questa parte sia divertente. Si tratta del seno. Qui in Italia c'è un grande apprezzamento del seno grande, così penso capirete l'ironia. Ma ci sono artisti che lavorano su questo tema, e tutti quelli che ho sul mio elenco sono donne.
Comincerò con una giovane artista greca. Il pezzo è chiamato "Just Above" (appena sopra). Il mese scorso ha ottenuto con questo pezzo il primo premio in un festival internazionale lesbico.
(Fig. 16/17/18 - L'artista è Ewjenia Tsanana: La ragazza corre su una lunga scala. La macchina si sofferma sulle sue tette che ballonzolano. Raggiunge il tetto. Ora è senza la sua maglietta, tiene le sue mani sulle tette. Quando le rilascia, loro vanno subito diritte in alto, sfidando la gravità).
Il prossimo proviene da esperienze di danza, ed è stato fatto in un workshop che ho tenuto in Bretagna, Francia. Una delle condizioni che pongo ai miei studenti è di fare un lavoro in cinque giorni senza parlare e senza mangiare, bevendo soltanto molta acqua. Ciò che è importante è fare un lavoro d'arte usando soltanto il proprio corpo. Lei ha realizzato questo pezzo - "The Hunt" - nella foresta. Come si dice in italiano? Oh sì, "La caccia". "La chasse" in francese, questo è il titolo. Il pubblico doveva seguirla attraverso la foresta trasformandoli in cacciatori.
(Fig. 19 - Il video è di Susan Omen che ha assunto il punto di vista di un "animale", una videocamera legata da qualche parte intorno la regione dell'inguine mostra due sobbalzanti tette pendenti, l'artista corre sulle sue mani e ginocchia attraverso la foresta).
Il prossimo è un pezzo molto cattolico di una giovane artista tedesca. Con ironia.
(Fig. 20 - Il video scorre - una croce d'oro su una catena dondola avanti e indietro tra due tette al ritmo della musica).
Il prossimo video l'ho registrato da sola dalla televisione tedesca. È soltanto un piccolo reportage della donna con le più grandi tette del mondo, e non solo lei ha le tette più grandi del mondo, ma vuole farle diventare ancora più grandi.
E molto interessante come il corpo diviene materiale sempre più scultoreo, perché nella performance art dei primi anni Settanta, il corpo era il materiale dove le cose accadevano - come diceva Vito Acconci: il corpo è un luogo, un sito. La maggior parte del tempo noi abbiamo usato il corpo nudo come il più naturale e diretto dei mezzi, cercando di spostare i nostri propri limiti mentali e fisici usando quel corpo.
Sono stata a vedere molte operazioni chirurgiche in ospedale, al cervello, al cuore e alla spina dorsale, ognuna della durata di alcune ore. Mi sono interessata: Quale è il corpo? E lo stesso materiale usato per fare tavoli è usato nelle operazioni per fare il corpo - martelli, viti, fili e così via. È interessante ora come lo sviluppo della chirurgia plastica ha cambiato il corpo in un certo strano modo, in un grottesco materiale scultoreo.
(Fig. 21 - Nel video si vede un'attraente ragazza asiatica con il seno della stessa grandezza di una enorme anguria, o più grande, è intervistata ed esposta. Si finge un'infermiera, molto sexy, ispeziona il suo seno con uno stetoscopio, ecc.).
Abbiamo visto solo un rapido clip di Greta Garbo dopo la donna con il grande seno, ma, naturalmente, questa è un'altra storia.
Okay, ora abbiamo concluso la sezione sul seno, e andiamo a un'altra sezione: questa è la sezione di pericolo e violenza nei lavori di performance, o non soltanto performance, ma dell'arte in genere. Cominciamo con un classico: "Le Chien Andalou" (un cane andaluso). La madre di Buñuel finanziò la realizzazione di questo film.
(Fig. 22 - Viene fatto vedere il film, ma lo interrompe subito dopo la famosa scena dell'occhio tagliato).
Okay, ma questo era un film: ora andiamo alle cose reali.
Sicuramente uno degli artisti che hanno forzato maggiormente i limiti della Body Art nei primi anni Settanta è stato Chris Burden. L'azione più violenta su se stesso è stata di chiedere a un amico di venire alla galleria con un fucile e sparare sul suo braccio. Vorrei fare un commento su questo lavoro soltanto dopo. Prima voglio che vediate il filmato. Aggiungo soltanto alcune parole sulla documentazione: questo pezzo era molto importante ed era impossibile ripeterlo. Burden a quei tempi non aveva mezzi finanziari per documentare adeguatamente il suo lavoro. Così è molto interessante come lui ha mostrato quel pezzo alcuni anni dopo, mettendo insieme una documentazione fatta di materiali molto poveri. Fondamentalmente si tratta di una colonna sonora fatta con un piccolo registratore, e di otto secondi girati in super-8.
(Fig. 23 - Proiezione di "Shoot" di Chris Burden, 1971. Sentiamo le parole "Sai quello che stiamo facendo, Bruce? " "Sei pronto? " Allora sentiamo il click della macchina cinematografica che comincia a filmare. Vediamo Chris Burden che si fa sparare nel braccio, lo vediamo correre via dal muro tenendosi stretto il braccio. Dopo che lo schermo diventa nero, sentiamo il rumore della cartuccia vuota sul pavimento)
Ancora, voglio soltanto continuare con questo tipo di lavori e commentarli al termine.
Il prossimo film è un documentario di tagli rituali in Togo.
(Fig. 24 - Vediamo come i giovani ragazzi e ragazze di una tribù si incidono sulla faccia, sulla schiena, ecc.)
I prossimi due filmati sono miei, uno è chiamato "Rhitan Ten", l'altro "Lips of Thomas". E è la stessa idea di spostare i limiti del corpo.
(In "Rhitan Ten" Fig. 27/28, Marina Abramovic gioca a conficcare ripetutamente un coltello tra le sue dita. Muovendolo sempre più velocemente, a volte si taglia. In "Lips of Thomas" Fig. 25/26, la Abramovic si taglia formando una grande stella nella sua pancia. La stella, fatta intorno a suo ombelico, comincia a sanguinare).
Il terzo pezzo non è direttamente inspirato al "Chien Andalou", ma tratta comunque dell'occhio umano. Avevo molte difficoltà a realizzare questo pezzo in America perché ho dovuto trovare qualcuno che lo facesse, tenendo l'ago per me. Eccolo qui, è chiamato "In Between".
(Fig. 29/30 - Nel video si vede un ago che si muove a lungo e in modo circolare vicinissimo all'occhio della Abramovic).
Avete appena visto una serie di azioni piuttosto violente. Ho qualcosa da dire a questo proposito.
Nelle nostre vite facciamo sempre cose che ci piacciono e non ci piacciono o odiamo fare cose che non ci piacciono. Una scelta facile, vero? Ma allo stesso tempo noi stessi non vogliamo mai uscire dai nostri stessi modelli. Incontriamo la stessa gente, ci innamoriamo dello stesso tipo di persone, facciamo gli stessi errori ogni volta, ogni volta, e ogni volta di nuovo. Il solo modo di allontanarci da questi modelli è fare le cose di cui si ha paura, che non si è mai fatto prima, quelle che non si conoscono e non ci piacciono.
Una delle paure più grandi è naturalmente quella di morire, e spingiamo questi pensieri di morte lontano da noi. Se vediamo delle morti tragiche in televisione subito cambiamo il canale su qualcosa di più piacevole. Ma alla fine dobbiamo accettare che la morte è una parte della vita quotidiana. Solo spingendosi oltre i propri limiti ci si può liberare dalla morte.
C'è una tradizione tibetana in cui i monaci, al fine di liberarsi dalla paura di morire devono dormire in un cimitero accanto ad un cadavere. E anche durante diversi stadi della decomposizione: due giorni dopo la morte, tre giorni dopo, quando il cadavere comincia a essere divorato dai vermi, quando la carne si stacca dalle ossa, quando le ossa si trasformano in polvere. Aborigeni e abitanti del Togo e di altri luoghi in Africa, le cosiddette "culture primitive"- naturalmente lo dico in senso ironico - hanno dei rituali simili che tendono a spostare in avanti i propri limiti.
Perché si fanno questi tagli sulla propria pelle, che richiedono una grande sofferenza? Perché gli aborigeni vanno nel deserto a sperimentare qualche cosa chiamata "morte clinica" e ritornano indietro?
Perché solo quando realmente ti confronti con queste sofferenze, la paura di morire, i tuoi limiti fisici, puoi davvero liberarti da loro.
Così i rituali di queste culture sono una specie di cornice nella quale noi, performer, possiamo stare, guardare, partecipare, recitare una parte, al fine di arrivare a qualche cosa chiamato un salto mentale a un altro stato della realtà. E noi artisti che lavoravamo negli anni Settanta con la performance ci siamo interessati nello stesso tipo di problemi. Non abbiamo un corpo di rituali o di credenze dietro a noi come gli aborigeni o gli africani. Abbiamo una diverso gruppo di simboli e di significati. Viviamo in città, completamente separati dalla natura. Ecco perché Chris Burden ha usato un fucile invece di una pietra affilata.
Mi piacerebbe mostrarvi un piccolo pezzo, parte di un esercizio che facevo con degli studenti in Germania. Gli ho chiesto di portare tre minuti della musica che odiavano. Non la musica che gli piaceva ma quella che odiavano. Una ragazza francese, Julie, ha fatto questo pezzo sulla musica che odia. È molto corto, usa il corpo.
(Fig. 31/32 - Nel video si vede - con una colonna sonora con un tipo orribile di canzone New Wave, tipica dei primi anni Ottanta - una rozza figura umana fatta di pasta per il pane che viene tagliata, affettata, avvolta in stoffa, e bucherellata con degli spilli).
Ora, qualche cosa di completamente diverso. Mi piacerebbe mostrarvi la migliore performance di questo secolo. E chi è l'attore di questa performance? È il vostro Papa che sta in Vaticano. Penso che nessuno di voi abbia mai visto questo materiale. Questa è la storia: nel 1976 Giovanni Paolo II, è stato invitato per la prima volta ad andare negli Stati Uniti. È stato invitato a parlare al Madison Square Garden alla gioventù americana, giovani ragazzi e studenti americani. Gli hanno chiesto se potessero chiamarlo Santo Papà ma lui ha risposto no. La gioventù americana gli ha fatto diversi regali, come una chitarra elettrica, jeans e T-shirt, e così via. Migliaia di ragazzi si sono radunati al Madison Square Garden per ascoltare il suo discorso. Lui ha fatto qualcosa di straordinario. Questo pezzo è lungo sette minuti e dovete vederlo completamente, perché non è possibile tagliare neanche un secondo. L'intervento del Papa è stato trasmesso dal vivo sulla televisione nazionale. Quando ha cominciato a fare quello che ha fatto, sono stati colti dal panico, hanno tagliato il programma nel suo svolgimento, sostituendolo con degli annunci pubblicitari. Avevo un'amica che lavorava in quello studio e mi ha fatto una copia di questo nastro nel panico dello studio, per questo capirete anche la ragione della cattiva qualità della registrazione, ma è la sola versione esistente dello show. Vi mostrerò la parte che va dalla presentazione dell'ultimo regalo in avanti così potrete avere l'atmosfera dell'evento, e quindi arrivare dentro la performance. Ma sono seria, è la migliore performance che abbia visto mai in questo secolo.
(Fig. 33/34/35 - Le immagini scorrono sul video. La musica è molto forte, il Papa si siede dopo aver ricevuto il suo ultimo regalo. La folla è entusiasta e grida. Dopo alcuni minuti ad ascoltare le grida di approvazione e a sorridere il Papa comincia a fare rumori nel microfono: "Whoooo. Whoooo! Whoooo! Mmmmmm. Whoooo?". Questo continua per alcuni minuti, mentre la folla continua sempre di più ad entusiasmarsi, cantando "We love the Pope!" (noi amiamo il Papa). Giovanni Paolo II si gira verso i cardinali con lui sul palco e dice "Un momento carismatico". E continua a fare i suoi gridolini: "Whhhhoooooo?". La telecamera si gira sui cardinali, che sembrano tutti molto nervosi e li si vede parlottare tra di loro. Un cardinale va dal Papa e gli porge un foglio. Il Papa fa una faccia divertente alla telecamera e fa un cenno con la mano. Dice: "Whooooo! ". Allora alza la sua mano, indicando il cielo. Dice alla folla: "Voi sapete, voi sapete? Sapete cosa c'è? Voi sapete? Noi distruggeremo il programma! " Il nastro finisce).
Bene. Ho un'interpretazione di questo. È molto importante che nel mezzo di tutto questo lui abbia detto: "momento carismatico". Nel modo orientale di pensare ci sono tre vie di insegnamento. La prima, il modo più comune, è quello che io sto facendo qui ora, parlando con voi. La seconda è quando emetto suoni, suoni astratti. Così, una comunicazione con suono solo (N.d.R. in italiano nella conferenza). E la terza via è quando lo studente sta di fronte all'insegnante in silenzio. Questa è comunicazione telepatica solo (N.d.R. in italiano nella conferenza).
Il Papa ha usato questa secondo via per comunicare. Perché? Viene in America a parlare alla gioventù americana negli anni Settanta, e loro non hanno la pazienza di ascoltare un altro noioso Santo discorso. Lavorando soltanto con il suono è stato capace di stare molto più vicino a loro di quanto egli avrebbe fatto attraverso qualsiasi discorso. Ma è molto raro che un leader politico o religioso di questo tipo abbia il coraggio di usare questo approccio di fronte ai mezzi di comunicazione di massa.
Ora stiamo finendo il tempo a nostra disposizione, sebbene mi piacerebbe mostrarvi molte altre cose. Così facciamo un salto nella danza. È molto corto. Mi piacerebbe mostrarvi due pezzi di Pina Bausch. Quello che mi piace di Pina Bausch è che il suo approccio è molto simile a quello di un artista che usa la performance. Mette i suoi ballerini in situazioni reali - nudi sulla neve, sotto l'acqua o sotto strette costrizioni mentali o sotto delle richieste. Vi mostrerò due pezzi molto corti che sono molto rari, non molta gente li conosce. Uno è molto interessante perché usa qualche cosa di molto contemporaneo. E l'altro da una sensazione di un acquerello.
(Fig. 36 - Nel video: nel primo un ballerino sta in piedi contro il muro, agitato, quando un piccolo modello di elicottero comandato a distanza gli ronza intorno alla sua testa e al suo corpo. Nel secondo "Image in the Bath" (Immagine nel bagno) Fig. 37, il ballo si svolge in una vasca trasparente piena d'acqua).
Un altro lavoro di Pina Bausch è l'apertura di un film per la TV. La sua idea è che ogni cosa è danza. Danza è correre, danza è sedersi, danza è stare in piedi, danza è fumare, danza è far nulla. Questa è la scena d'apertura di un film.
(Fig. 38 - Nel video: Il ballerino danza con un foglia al vento in una foresta. Il ballerino, vestito come un coniglietto di Playboy, inciampa come se fosse ubriaco, su una collina di immondizia?).
Bene, la prossima cosa è su qualcuno che amo moltissimo per la sua drammaticità e lei è la sola persona che muore e i dottori le hanno detto che sarebbe morta perché il suo cuore è stato spezzato da problemi d'amore. Veramente pochi dei suoi spettacoli sono stati registrati. Lei è elettrica, carismatica, ma allo stesso tempo è una piccola ragazza: Maria Callas. Non vi mostrerò Maria Callas per il suo canto. Ve la voglio mostrare per come lei accoglie il suo applauso dopo aver cantato. Come una doccia d'oro. Vi stavo parlando prima di come un artista fa un passo all'interno della sua propria costruzione fisica e mentale facendo una performance. A questo punto lascia il suo sé ordinario e lo porta ad un livello superiore, come i danzatori del Lama. Quando la Callas finisce di cantare, e c'è il ritorno dal suo sé superiore a quello ordinario, e si può vedere questa trasformazione durante l'applauso. Lei è, allo stesso tempo, entrambe le persone.
(Fig. 39/40 - Nel video: La Callas finisce di cantare e va incontro al grande applauso. Lei si inchina, saluta e ringrazia, diventando sempre più agitata e meno affascinante).
L'applauso dura circa 15 minuti, un tempo lungo, e lei diventa sempre di più una piccola ragazza.
Ora, le ultime due cose che vorrei mostrarvi. È interessante vedere questo passaggio tra l'arte e la vita reale. Posso solo parlare delle mie proprie esperienze.
Voi sapete che ho lavorato per dodici anni insieme a un artista chiamato Ulay. Siamo nati nello stesso giorno e avevamo una relazione molto forte. Succede che tutto finisce ed abbiamo deciso di finire tutto con una camminata lungo la Grande Muraglia Cinese. Lui ha cominciato dal deserto di Gobi. Io ho cominciato dal Mar Giallo. Dopo una camminata di duemila e cinquecento chilometri ci siamo incontrati e ci siamo detti addio. È stato un momento molto doloroso della mia vita. Dopo questo ho avuto una crisi molto forte sia come artista sia come donna. Ma un artista lavora sempre con le sue tragedie, la sua pena. Qualcuno una volta fece addirittura un'analisi dove risultava che peggiore era la relazione di un'artista con la sua famiglia e migliore era il suo lavoro. In un certo senso, abbiamo bisogno della drammaticità per progettare delle cose. Diveniamo l'immagine dello specchio e il pubblico può proiettare i propri problemi sopra di noi. Il solo modo in cui potevo affrontare la mia pena era mettere in scena la mia vita come fosse un'opera teatrale chiamandola "The Biography" (la biografia). Voglio mostrarvi l'ultima scena di "The Biography", dove uso la musica di Maria Callas - chi altro avrei potuto usare? E questo è il momento in cui Ulay è tra il pubblico essendo la sua reale vita mentre io sono sul palcoscenico tirando fuori le nostre vite e dicendo addio a cose diverse.
(Fig. 41 - Nel video: Marina è su un piccolo palcoscenico, con un vestito molto attraente. Alza un braccio e lo muove per salutare e dice lentamente: "Ciao-ciao, estremi. Ciao-ciao, purezza. Ciao-ciao, fratellanza. Ciao-ciao, intensità. Ciao-ciao, gelosia. Ciao-ciao, struttura. Ciao-ciao, tibetani. Ciao-ciao, pericolo. Ciao-ciao, infelicità. Ciao-ciao, solitudine. Ciao-ciao, lacrime. Ciao-ciao, Ulay.")
Così, l'ultima cosa che vorrei mostrarvi, per finire questa sera, è un altro dramma. È Gloria Swanson in Viale del Tramonto. Lei ha appena ucciso il suo giovane amante e pensa di andare a girare un altro film ma va invece sta andando al manicomio. Dove vita e cinema vanno insieme e tutto diviene una sola cosa.
(Fig. 42 - La scena finale di Viale del Tramonto viene mostrata).
Grazie. Buona sera.